Erano una proposta irricevibile. Ora però, di fronte all’epidemia di coronavirus, gli eurobond sono sempre più considerati una soluzione percorribile, sia pure con grande cautela. È proprio sul tema degli eurobond che si è consumata, e poi si è parzialmente ricomposta, la rottura tra i Paesi “deboli”, guidati dalla Francia, e quelli “frugali”, vicini alla Germania (in realtà più morbida del passato) al Consiglio europeo di giovedì 26 marzo. I ministri delle Finanze dovranno ora presentare soluzioni innovative per affrontare insieme lo sforzo finanziario imposto dall’epidemia: i coronabond – l’ultima versione degli eurobond – continueranno a essere al centro della discussione.